Menzione speciale: E così provai l'arte dell'amore, Adele Di Giovanni

“Si comincia a crescere non quando si smette di sognare, ma quando si realizzano i sogni più grandi”
E’ proprio vero che sentirti raccontare un’emozione è totalmente diverso che provarla veramente. Quando le mie amiche mi confidavano le loro delusioni d’amore, io le consolavo. Dicevo loro di non preoccuparsi perché se in quel momento poteva sembrare una tragedia,  in futuro ci avrebbero scherzato. Riuscivo a capirle. O almeno lo credevo.
E’ proprio dalla fine che inizia la nostra storia.
Sono qui, sul mio letto a piangere. Ogni lacrima è un pezzo di anima che se ne va. Ogni lacrima è dolore. Ogni goccia brucia il mio viso, lasciando solo cenere dietro di sé.
Adesso piango, non perché lui non ci sia più o perché non potrò più rivederlo, ma per l’esatto opposto. Io lo vedo tutti i giorni, tutte le ore, tutti i minuti, tutti i secondi. Ogni passo che faccio lui è lì. Vive dentro di me. Nella mia testa. Nei miei ricordi. In ogni goccia che mi scorre sul viso.
La vita non è come nei film. Non è vero che l’amore dura per sempre. Non ci sono quelle scene dove il “principe azzurro” corre incontro alla sua lei con un mazzo di rose rosse urlandole che la ama.
L’amore finisce, proprio come qualsiasi altra emozione. Esattamente come il dolore.
Un cono di luce sparava esattamente al centro della scena. E’ lì che lo vidi per la prima volta. Sopra un palco buio di un teatro vuoto. Non c’era nessuno che lo guardava, ma lui era lì. Narrava la sua storia. Parlava e parlava e tu non potevi fare a meno di guardarlo. “ Se l’amore è cieco come fa a colpire il bersaglio?”. Questa fu la frase che mi trafisse la carne e mi colpì il cuore. Non sapeva che io ci fossi, anche perché capitavo lì per caso, ma mi fissava. Come se stesse dicendo proprio a me quelle parole. Come se mi stesse chiedendo di rispondere. Provai a reagire, ma lui continuò con il suo monologo. Allora capii che ero solo una stupida che stava cercando di rispondere ad un attore.
Da quel giorno, ogni volta che passavo di lì, osservavo al di là di quell’oblò per vedere se lui fosse lì. Era come una calamita che attrae a sé il ferro. Non potevo fare a meno di sentirlo recitare.
Le lacrime continuano a scorrere al pensiero di questi ricordi. Mi vengono i brividi ogni volta che ripenso a quella frase. Non c’è mai più stato un Mercuzio più bravo. Almeno per me.
Abitavo in una casa con altri otto ragazzi. Ognuno di loro è un pezzetto di me. Quando si vive assieme ad altri, si condividono emozioni che nessuno può raccontarti. Devi viverle per capirle. Sono quasi tutti artisti squattrinati, amano quello che fanno molto più di quanto amino se stessi. Riescono ad andare avanti perché sono tutti mantenuti dal signor Laurent. Un figlio di papà che, pare, ami l’arte. Ha tanti soldi che non sa come spenderli. Così ha deciso di finanziare i loro progetti. Sono artisti, quindi sono tipi molto strani. Ma nessuno può competere con lui. Dave. Lui è unico. E’ l’attore di prima. Sì, proprio lui. Mercuzio. Quando sono andata a vivere con  loro non c’era ancora. Si presentò in casa lo stesso giorno in cui lo vidi recitare. Suonò il campanello. Mi alzai e andai ad aprire. Lo vidi davanti a me. “ E’ qui che c’è una stanza libera in affitto, vero?” . Avete presente quando la gente parla e voi non vedete altro che la bocca muoversi senza sentire, non dico una parola, ma neppure il benché minimo suono? Ecco. Questo è quello che io ho provato in quel momento. Da quel giorno sparii. Non potevo perdere tempo ad innamorarmi, avevo già i miei problemi. Almeno questo era quello che mi ripetevo per giustificare il fatto che, in  realtà, ero completamente rapita da lui. Ogni giorno andavo verso quell’oblò e, anche solo per cinque minuti, stavo lì ad osservarlo, a guardare come giocava con le personalità dei suoi personaggi. Un giorno era Romeo e quello dopo era Paride, il minuto dopo era Amleto e subito dopo Palestrione. Ero incantata dalla facilità che aveva nello stare su quel palco. Era come se fosse nato per fare quello. Come se fosse il personaggio ad impossessarsi di lui e non viceversa. Recitava per il puro gusto di stare sul palco ed io lo guardavo. Più il tempo passava, più io ero stregata da lui. Era come una droga. In casa io ero un fantasma e a lui non sembrava importare molto. Stavo malissimo. Se, per caso, mi capitava di incrociare il suo sguardo, mi si contorceva lo stomaco e non riuscivo a dire niente. E’ per questo che scappavo. Soffrivo. Ma, d’altra parte l’amore è raffigurato con Cupido che scaglia una freccia a forma di cuore. Bellissima immagine, ma una freccia se ti trafigge ti fa male. Come l’amore. Arriva e ti investe come un camion. Non capisci più niente, sai solo che non puoi più farne a meno. Sei consapevole del dolore che provi, ma la tua mente arriva sempre a pensare a lui. Come se volessi farti del male consapevolmente.
Era l’una di notte e la casa era tutta buia. Faceva caldissimo ed io non riuscivo a dormire. Ero troppo agitata. Il giorno dopo avrei dovuto consegnare un articolo e non riuscivo a trovare la conclusione. Avevo un blocco. Qualsiasi cosa alla quale pensavo mi sembrava troppo banale o troppo contorta. Il tema era “L’amore nella mente delle donne”. Lo so, sembra assurdo che una donna innamorata non riesca a trovare una conclusione ad un tema del genere. Ero sdraiata sul divano immersa nei miei inutili pensieri. “Ciao, hai caldo anche tu?” . Il cuore iniziò a battermi. Sembrava volesse sgusciarmi fuori dal petto.“Si… No… Ho caldo dell’esame… Ho paura del caldo…”. Ero in panico. Non controllavo più le parole. Mi uscivano dalla bocca senza che io potessi farci niente.  E’ solo una persona, respira, è solo un essere umano come tanti altri. E’ solo un uomo. “No, sai, domani devo consegnare un articolo e non so trovare una conclusione…”. Ecco, così va già meglio. “Allora è questo che affligge la nostra donna misteriosa. La donna dai mille segreti”. La sua voce mi faceva venire i brividi. “ Si… Solo che se non svelo i miei segreti entro domani posso scordarmi la paga mensile…”. Si avvicinò. Ecco che l’ansia stava tornando. No, no. Devo calmarmi. Si sedette accanto a me. Il cuore mi batteva così forte che avevo paura lo percepisse. Sento il suo respiro. Devo assolutamente calmarmi se non voglio fare la figura dell’idiota. “Su cosa devi scriverlo l’articolo?”. Al buio è anche più bello. “ L’amore… Un articolo sull’amore e le donne…” Sorrise maliziosamente. “L’amore mette sempre in crisi qualsiasi donna. Le donne pretendono di sapere e di parlare tanto dell’amore, ma se devono darne una definizione, sono le prime ad entrare in crisi. L’amore…Non è altro che un sentimento che fa parte della tavolozza dei colori della vita. Nessuno sa definire l’amore, ma la realtà è che non c’è niente da definire…” Lo disse con un tono quasi arrogante, con un tono di uno che la sapeva lunga. “Quindi tu non sei innamorato?” La risposta che mi arrivò fu secca e veloce. Come se non aspettasse altro che quella domanda. “ Io non credo nell’amore. E’ solo una concezione che l’uomo si pone per puro masochismo. Soffre e si fa del male, eppure non capisce l’amore non è niente!”. La dolcezza che prima lo caratterizzava si era tramutata in una smorfia di dolore.“Non ami neanche quando stai recitando?”. Ormai gli parlavo come se lo conoscessi da una vita. Come se io sapessi una verità che lui ignorava. “Che c’entra. Quella è finzione. Io fingo di amare…”. Non ha capito. “ Io intendo l’amore che tu hai per la recitazione. Quell’amore che ti contraddistingue da tutti gli altri. La passione che tu ci metti nel vivere i tuoi personaggi, non è altro che amore. Amore per il teatro. Non puoi fingere così bene l’amore se prima non l’hai provato. L’amore è quello che tu provi quando, anche solo pensando a qualcosa o qualcuno, ti vengono i brividi. L’amore è quando tu vedi una persona per la prima volta e ne rimani incantato. Stregato. L’amore vive dentro ognuno di noi. L’amore è quando sei seduta al buio accanto a qualcuno che non crede nell’amore, tentando di fargli capire quanto esso stesso viva dentro di lui. Quando tenti di far capire a quel qualcuno che se è così bravo a fare quello che fa, è perché in realtà è quello che ama profondamente!”. Ditemi che non ho davvero detto quelle cose. Gli ho appena detto di amarlo. E adesso che faccio? Ho appena confidato ad una persona che non crede nell’amore di amarlo. Fantastico!
Non riuscivo più a non pensare a lui. Dopo quella notte, tutto era cambiato. Le giornate erano più allegre. Tutto era più allegro. Nel mio piccolo, avevo già vinto una grande battaglia: quella contro me stessa.
Ero lì. Lo guardavo, come ogni giorno. Era rientrato nel suo mondo. Oggi era Cyrano. E’ un po’ ridicolo, lo so. Si era immedesimato in un personaggio che si è addirittura ucciso per amore. E’ paradossale. Non riuscivo proprio a capirlo, ma ogni volta che lo guardavo ne ero sempre più affascinata. Oggi avevo deciso di varcare la soglia.
Il teatro vuoto spaventa ancora di più di quando è stracolmo di gente. Buio. Come se da un momento all’altro dai meandri delle ultime file sarebbe venuto fuori un mostro gigante. Lui non aveva paura. Lui era nel suo mondo. La sua voce riecheggiava per tutta la stanza.  Andai a sedermi all’ultima fila. Ero immersa nei miei pensieri, trasportata in quel suo mondo parallelo. Ero felice.
Mi svegliai. Cosa ci facevo in un teatro buio e vuoto alle due di notte? Non ricordavo niente. Dopo un paio di minuti una lacrima cominciò a scendere e a solcarmi il viso. Era solo un sogno. E’ stato tutto un sogno. Un’illusione. Era come essere tornati alla realtà dopo un film. Come essere tornata sguattera dopo aver provato il piacere di essere principessa. Il potere dei sogni può far paura. Stavo per andarmene, quando un luccichio blu richiamò la mia attenzione. Un bigliettino. Lo aprii: “Se l’amore è cieco come fa a colpire il bersaglio?”.